Post-psicoanalisi

“Ai nostri giorni si verifica un rovesciamento rispetto alle caratteristiche superegoiche classiche, freudiane: se prima l’individuo era costretto a reprimere il piacere e il godimento per rispondere ai limiti e ai divieti imposti dal sociale, il soggetto post-storico è al contrario condannato all’eccesso e a dover godere. Il super-io non solo impone divieti, ma anche imposizioni, ugualmente tiranniche, al godimento: <<Niente costringe qualcuno a godere, tranne il super-io. Il super-io è l’imperativo del godimento -Godi!>>.

Per cui il desiderio stesso diviene un’imposizione, vettore di un godimento obbligato, un paradossale dovere etico (Kant corretto con Sade): <<La psicoanalisi deve rendersi conto che la vecchia situazione, nella quale la società è portatrice di divieti e l’inconscio di pulsioni sregolate, è oggigiorno invertita: è la società a essere edonista e sregolata, mentre è l’inconscio che regola>>. La lacaniana “legge del desiderio”, l’agire che ci dice di comportarci secondo il nostro desiderio, è l’unica cui dare ascolto senza indugi. Mi chiedo se non possa darsi uno scarto tra il desiderio che fa parte dell’ordine simbolico che ci impone di godere, e la nostra legge del desiderio, personale, alla quale dobbiamo rispondere responsabilmente, alla Sartre. Come si diceva tempo, viene proposta una terza via tra la censura ed il piacere obbligato, tutta a vantaggio dei nostri desideri “normali”. L’augurio dello psicoanalista-filosofo sloveno (Zizek)è che ci sia consentito di non godere: non che si sia vietato farlo, ma che almeno cessi di essere un dovere etico, parodiato dalla risate preregistrate degli spettacoli televisivi che ci sollevano dalla scelta se ridere o meno”.

http://desiderioefilosofia.com/2009/11/05/desiderio-dellaltro/

Post-psicoanalisiultima modifica: 2015-08-12T16:57:47+02:00da allan11
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