Luisa Muraro

“È da rilevare che Muraro rifiuta l’opposizione sesso/genere, equivalente in sostanza a un’opposizione natura/cultura, presente in parte nel pensiero femminista nord-americano, che ella ritiene sia di fatto «tributaria del progetto maschile di rifare e soppiantare l’opera della madre». Ridurre la differenza sessuale all’opposizione tra genere e sesso «veicola l’idea che la confezione del corpo ad opera della madre sia separabile dai suoi significati culturali. Cioè, che la madre non pensi. O che il suo pensare sia un aspetto scarsamente rilevante della sua opera».

Coppie gay e adozioni
Luisa Muraro

“Meglio avere genitori omosessuali che non averne affatto”, ha detto il
sindaco di Milano, secondo i giornali. Avrà detto proprio così? Me lo chiedo
perché in queste parole ci sono due semplificazioni.
Avere dei genitori non è sempre meglio del non averli. Ci sono genitori
indegni del loro compito. Quanto all’adozione, Pisapia sa bene che la nostra legge è diventata molto prudente nel concederla. Troppo, dicono alcuni, senza sapere dei molti bambini prima adottati e poi respinti. Ci vuole una valutazione severa, per esempio: sono adatti alla paternità i politici di professione, gli artisti?
Seconda semplificazione. Il sindaco ha parlato di coppie omosessuali, senza specificare se maschili o femminili. Ma è una differenza enorme. Le coppie femminili che desiderano figli, possono averli e così già fanno, con il
tacito consenso della società circostante. Il problema si pone alle coppie
maschili, in quanto naturalmente e ovviamente sterili.
Qui non prendo posizione pro o contro l’adozione. Affermo soltanto che,
quando si ha davanti un problema, conviene dirsi chiaramente come stanno le
cose. Il problema dell’adozione è degli uomini, non delle donne. E dietro
alla pressante richiesta maschile di poter adottare, potrebbe nascondersi
un’antica invidia verso la fecondità femminile. Mi sbaglio? Non lo escludo,
ma in tal caso l’uomo dica apertamente: perché non voglio chiedere a una
donna il dono di diventare padre? perché voglio fare la madre io?
E non riduciamo il problema a una questione di diritti. A questo mondo i
desideri, compresi quelli giusti, non si traducono automaticamente in
diritti.

 
 
AUTORITA’
 
“Se vogliamo evitare la violenza
dobbiamo mettere in campo qualcosa di piu’ forte della forza”
 
 
“L’autorità è una parola, una pratica, addirittura un modo di vivere molto difficile da metabolizzare nel mondo contemporaneo. Quasi impossibile, fino ad ora…..via di liberazione dal grave problema della disgregazione dei legami sociali, dovuta anche al senso malinteso dato alla parola “uguaglianza”…….il “male” dei nostri tempi è identificato con la scomparsa della percezione delle “dissimmetrie”, delle qualità differenti di capacità, merito e sapienza, svaporate nel fumo del buonismo illuminista del “diritto” all’uguaglianza. Un malinteso fatale.
L’autorità può riprendere il suo essere “forza misteriosa” che attraversa alcune, alcuni ma non tutti, e che può legare in una benefica relazione di fiducia. L’analogia è con la fiducia dai tratti gioiosi che, nell’infanzia, lega il bambino e la bambina alla propria madre. L’impronta di quella fiducia si rende disponibile anche a chi sa già parlare e desidera che venga al mondo il desiderio altrui, o a chi desidera trovare in altre, in altri l’orientamento per il proprio desiderio.”
Luisa Muraroultima modifica: 2013-09-28T02:19:00+02:00da allan11
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