Nietzsche e il suo contrario : Lévinas

Ogni persona deve depotenziarsi, deve deporsi per mettere al centro l’altro,
perché l’altro è il maestro. L’altro è il sovrano cui porsi in ascolto perché egli
abita un altro paese, è di un’altra natura. Non lo si può conoscere
stando al proprio posto, rimanendo dentro se stessi; si deve uscire,
fare un esodo per conoscere l’altro. E se si vuole crescere si deve deporre
il proprio io. Questa deposizione è un atto di giustizia verso
l’altro, perché se noi non deponiamo il nostro io, il nostro io colonizza
l’altro, tende ad assoggettarlo perché per natura l’io è un usurpatore,
è un omicida. Se invece l’io si depone, perde la sua rapacità,
la sua avidità e rispetta l’altro. Deporre il proprio io significa
anzitutto rispettare l’altro, essere giusti con l’altro.
Questa deposizione è un atto di giustizia anche verso l’io, perché
l’io che si depone, che si mette in ascolto, è un io che cresce, che
si sviluppa; un io che si crede sovrano, onnipotente, non cresce più,
non si lascia più inquietare dagli altri. Se si vuole essere giusti con
se stessi, bisogna scegliere di deporsi e ascoltare! È un esodo, ma
questo non si traduce nello svuotamento del sé o dell’io. Se nella
coppia ciascuno dei due vive l’altro come maestro, se ciascuno dei
due mette l’altro al centro, e diventano così ambedue discepoli
l’uno dell’altro, si instaura una relazione reciproca di rispetto, di
promozione, di ascolto.
Dice Nietzsche: “Abbiamo costruito male l’uomo, occorre ricostruirlo.”
Secondo Lévinas, il modo per ricostruire l’uomo è l’alterità.
 

Nietzsche e il suo contrario : Lévinasultima modifica: 2013-02-21T20:18:16+01:00da allan11
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