Il Desiderio cresce….l’umanità evolve

Che si tratti del più piccolo movimento del nostro corpo o dell’evoluzione dell’umanità intera, tutto ciò che facciamo è motivato da una sola cosa – il desiderio di ricevere piacere.

Nel suo saggio “La Pace” Baal ha-Sulam dice: «Come è risaputo dai saggi della natura, l’uomo non farà nemmeno il più piccolo movimento senza la motivazione, vale a dire, senza beneficiare un poco se stesso. Quando, ad esempio, l’uomo sposta la sua mano dalla sedia verso il tavolo, questo succede perchè gli sembra che posando la sua mano sul tavolo ne godrà di più e se non gli fosse sembrato così avrebbe lasciato la sua mano sulla sedia per tutti i settanta anni della sua vita, senza spostarla dal suo posto, inutile dire rispetto ad una grande fatica».

L’unicità dell’uomo, paragonata al resto della Natura, non è solo il potere e la qualità dei suoi desideri, è anche il fatto che l’uomo desidera costantemente crescere e cambiare, sia durante la vita individuale che attraverso le generazioni. Prendendo in esame la storia evolutiva delle altre specie, come i primati, risulta evidente che diverse migliaia di anni fa questi erano praticamente identici ai loro discendenti odierni. Mentre è vero che anche i primati cambiano, così come fa ogni elemento in Natura, questi sono cambiamenti biologici, come quelli di tipo geologico che avvengono nei minerali. Il genere umano invece è passato attraverso cambiamenti sostanziali nel corso dei tempi.

L’evoluzione del desiderio di ricevere piacere ha fatto sì che l’uomo sentisse un costante bisogno di svilupparsi, di inventare e di scoprire nuove cose. Un desiderio più grande significa un bisogno più grande, ed esso produce abilità intellettuali e percettive più affinate. La crescita del desiderio di ricevere ha generato l’evoluzione dell’umanità nei seguenti modi:

Prima di tutto, il desiderio di piacere si manifestò in desideri fisici, come il desiderio di sostentamento, riproduzione e famiglia. Questi desideri sono esistiti fin dagli albori dell’umanità. Ma, siccome l’uomo è un essere sociale, ulteriori desideri si sono evoluti al suo interno, chiamati “desideri umani” o “desideri sociali” quali il desiderio di ricchezza, onore, potere e fama. Questi desideri cambiarono il volto dell’umanità, introducendo le classi sociali, il sistema gerarchico e i cambiamenti nelle strutture socio-economiche.

Di conseguenza, nacque il desiderio di godere della conoscenza. Questo desiderio si manifestò nell’evoluzione della scienza, dei sistemi educativi e nelle culture. Le sue tracce apparvero durante il Rinascimento e continuarono lungo tutta la Rivoluzione Industriale e Scientifica fino ai giorni nostri.

La crescita dell’Illuminismo e la secolarizzazione della società furono ulteriori manifestazioni del desiderio di conoscenza. Questo desiderio richiese che l’uomo comprendesse tutta la realtà che lo circonda. Perciò egli cercò informazioni su informazioni e volle indagare e controllare ogni cosa.

Se osservassimo l’evoluzione umana nella cultura, nell’educazione, nella scienza e nella tecnologia alla luce della comprensione del desiderio che guida tutti questi processi, concluderemmo che l’evoluzione dei desideri ha anche creato tutte le nostre idee, invenzioni ed innovazioni, le quali non sono altro che dispositivi “tecnici”, “servitori” che si sono evoluti per soddisfare i bisogni che i desideri avevano creato.

Questo processo di evoluzione del desiderio avviene non solo nell’umanità intera attraverso la storia; esso ha luogo anche nella vita di ognuno di noi. Questi desideri affiorano al nostro interno con una grande varietà di combinazioni e dirigono il corso delle nostre vite.

Infatti, il motore interno che ci spinge avanti e provoca i processi che si rivelano nella società è esattamente il nostro desiderio di piacere. L’evoluzione dei nostri desideri è incessante e traccia sia il nostro presente che il nostro futuro.

 

Quale è in generale lo scopo del desiderio?

DOMANDA: “Quale è in generale lo scopo del desiderio?”.
MAHARISHI:. “Progresso, evoluzione. Il desiderio non è vincolante come il mondo intero ha erroneamente compreso negli ultimi mille anni – “il desiderio è schiavitù, il desiderio è schiavitù“. Il desiderio non è la schiavitù. L’incapacità di mantenere il nostro Sé in mezzo a tutti i desideri è la schiavitù.
Il desiderio è la base dell’evoluzione, perché il desiderio è sempre di più e di più. Ed è legittimo per qualsiasi livello di vita desiderare a un livello superiore. Questa è la vita.
C’è una parola in sanscrito samsara. Samsara significa “mondo“. Esso deriva dalla radice sansarati, “ciò che va avanti e avanti e avanti“. Anche così cambiando, ma si va avanti e avanti. Questo è il samsara.
E’ la natura del mondo quella di andare avanti e avanti. E andare avanti e avanti è sulla base del desiderio. Più e sempre più – se si guadagna o meno, ma c’è sempre quella tentazione, la fluidità di tutta la vita è verso questo – sempre di più.
Così il sempre di più appartiene alla natura. E’ naturale. Il processo di evoluzione viene effettuato sulla base del desiderio. Quindi il desiderio non è la schiavitù. L’incapacità di salvare noi stessi tra le onde dei desideri è la schiavitù. Il desiderio è elevazione. È la base di ogni progresso. Il desiderio porta al compimento. E’ l’incapacità del Sé a mantenersi che è la causa della schiavitù. E il Sé comincia a mantenersi quando la mente acquista familiarità con esso. Quando il Sé è a livello conscio, allora il Sé comincia a mantenersi. Finché il Sé non è a livello conscio, non può essere mantenuto … “

 

 

Il Desiderio, il Tempo e il Denaro
La Legge inerente alla Manifestazione, e che dà senso al tutto, è l’evoluzione da forme inferiori a forme superiori; ciò è valido per i regni di natura e per gli esseri umani, per il microcosmo e per il macrocosmo. L’
evoluzione dell’uomo avviene per lungo tempo in modo “automatico”; l’individuo non risvegliato è trasportato dalle forze della vita e dai suoi più immediati bisogni e desideri. Ma, pervenuto ad uno stadio più avanzato, l’uomo comincia a guidare il proprio destino, a ragionare, a discriminare e a scegliere; in questa capacità di autodeterminarsi sono la nostra responsabilità e la nostra dignità.
In ciò è anche il valore e il significato delle nostre esistenze.
Chi inizia il Sentiero ha camminato a lungo, inseguendo i desideri, uno dopo l’altro; nei primi stadi dell’evoluzione ha ricercato la soddisfazione di bisogni legati alla sfera fisica: sicurezza, cibo, sesso…; poi l’esaudimento di desideri riguardanti il piano emotivo: comprensione, calore, simpatia…; infine, l’appagamento di aspirazioni di ordine più elevato: filosofiche, intellettuali, estetiche…

Esso (il desiderio) si trova a metà strada e, partendo da questo punto, la via conduce da un lato verso l’alto, da quello opposto verso il basso. Esso è la base dell’azione ed è ciò che muove il volere. Come dicevano gli antichi ermetici “Dietro il volere sta il desiderio”. Infatti, tanto se vogliamo fare del bene quanto del male, è necessario che destiamo in noi il desiderio di simili azioni.
L’uomo retto il quale diventa pure saggio, dovette pure una volta, nel corso delle sue molte vite, bramare la compagnia di santi uomini e dovette tener vivo in sé il desiderio verso il progresso allo scopo di continuare per quella via…
Così egualmente dall’altro lato l’uomo malvagio si creò in molte vite successive desideri bassi, egoisti e scellerati, degradando questo principio invece di purificarlo.
(William Q. Judge, “L’Oceano della Teosofia”)

Dopo tali peregrinazioni nei vari giri della spirale evolutiva, il Desiderio scopre il suo vero volto di “agente” al servizio dell’evoluzione; il suo “obiettivo” è stato quello di:

insegnare l’azione e la persistenza;
potenziare capacità;
rafforzare doti e inclinazioni;
raffinare l’uomo, elevandone gradualmente le aspirazioni;
temprare la volontà, elemento necessario per tutti i conseguimenti, e, in misura maggiore, per quelli spirituali.
Il gioco è stato scoperto, la “maya” è divenuta manifesta, e l’uomo è “vuoto”.
La vita, così come finora egli l’ha intesa – e gli sembrava l’unica e ovvia maniera d’intenderla – gli appare priva di senso:

Colui che lascia questo mondo senza conoscere il suo Sé interiore ha condotto una vita senza significato. Non ha vissuto affatto la sua vita.
(Brihad Aranyaka Upanishad)

All’aspirante-ricercatore numerose attività in cui gli uomini usano applicarsi per buona parte della loro vita appaiono fatue e, talvolta, insane. Egli si rende conto che il modo in cui gli esseri umani sono soliti trascorrere il Tempo, inseguendo i loro desideri o “interessi”, indica chiaramente che uso facciano della loro esistenza. Useranno il tempo con saggezza se avranno compreso che esso è amico e nemico; risorsa e rimpianto; energia e dissipazione; ricchezza e povertà; opportunità e disperazione:

Noi temiamo la morte perché pensiamo di dover lasciare il nostro corpo, ciò che possediamo, la nostra posizione sociale, i nostri affetti. Ciò che dovremmo temere è il non aver utilizzato il tempo, gli spazi, la bellezza del mondo che ci circonda, i nostri valori di nascita, la nostra intelligenza, le meravigliose possibilità della nostra mente, il nostro corpo, i nostri affetti e i nostri sentimenti, l’entusiasmo, la meraviglia, l’amore, per entrare in contatto sistematico con il nostro essere, per entrare in contatto con Dio.
(Cesare Boni, “Dove va l’anima dopo la morte?”)

Una volta arrivato alla consapevolezza del valore del Tempo, l’individuo risvegliato lo percepisce come possibilità da usare per il “Meglio”; ha orrore dell’espressione: “Faccio la tal cosa per passare (o: per ammazzare!) il tempo”. Ad un certo punto del nostro camino terreno, infatti, ogni attività viene vista in funzione della maggior Luce che può apportare alla coscienza nostra e dell’umanità, con la quale sentiamo di costituire un unico corpo.

In tale visione:

Comprendiamo l’enorme valore del tempo, spesso disconosciuto o banalizzato: se un individuo ha tutto ma non ha il tempo, è l’uomo più povero del mondo;
Comprendiamo che imparare a utilizzare il tempo e il denaro è un dovere preciso nei confronti delle forze evolutive; a chi ha avuto più tempo e più denaro la sua stessa coscienza chiederà un “rendiconto” più intransigente, proprio come a chi ha ricevuto più talenti;
Comprendiamo che Tempo e Denaro sono ricchezze e opportunità da condividere con gli altri, secondo le circostanze e le necessità;
Comprendiamo che tutto ciò che si dà ritorna come ricchezza accresciuta al donatore stesso (“Legge di retribuzione”);
Comprendiamo che il “dare” è ovvio e naturale, e non frutto di particolare “bontà” o “generosità d’animo”;
Comprendiamo che “beneficenza” è termine arcaico e offensivo che lede la dignità di chi riceve e di “chi soccorre”; essa va sostituita con la gratuità spontanea e amorevole;
Comprendiamo che il dare è giusta “restituzione” di quanto abbiamo accumulato di superfluo, che “ci appesantisce” e appartiene di diritto ai nostri simili;
Comprendiamo che “dare” e “avere” sono l’inspirazione e l’espirazione dell’universo, dove ciascun regno dà a quelli inferiori e prende da quelli superiori (“Legge della Gerarchia”);
Comprendiamo che il Denaro è “energia cristallizzata” che va fatta circolare a beneficio di tutti e messa al servizio dell’Evoluzione.
In sintesi, il Desiderio, il Tempo e il Denaro appaiono all’individuo risvegliato risorse da utilizzare al meglio per l’evoluzione, di sé e degli altri, e del cui uso dovrà rendere conto.
L’inizio del Sentiero è, perciò, sempre legato ad una “morte” del desiderio comunemente inteso, ad un doloroso svelamento, ad una “depressione” dell’energia; ad una delusione della coscienza che non trova più dilettevoli i suoi giochi egoistici e crudeli di desiderio, di potere, di arroganza, di facili “successi”, di incosciente deresponsabilizzazione nei confronti del Tempo e del Denaro.
Ma tale morte è nascita per il Sé, che inizia a vivere la sua vita reale.
L’uomo è ora un Ricercatore e un Pensatore; diventerà, con la persistenza dell’aspirazione, un Discepolo-Iniziato e, infine, un Maestro.

Il Desiderio cresce….l’umanità evolveultima modifica: 2012-12-20T17:33:41+01:00da allan11
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